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Negli ultimi hanni il concetto stesso di cultura ha mutato significato: le culture si espandono, si incontrano e si mescolano nell'era della globalizzazione
3 processi storici hanno portato alla globalizzazione:
- La decolonizzazione
- La guerra fredda
- Il crollo del comunismo
Più culture convivono insieme
L'antropologia non parla più di popoli, ma di grandi temi
Non c'è più un rapporto stretto tra cultura e luogo
I luoghi non sono più "contenitori" di una cultura, ma sono punti d'incontro tra varie culture
Globalizzazione come dinamica centro-periferia: la parte ricca del pianeta "esporta" modelli culturali ed economici, idee politiche negli stati meno sviluppati, che cercano di adattarli al meglio delle proprie possibilità
Asimmetria che determina uno sfruttamento: esiste un centro che comanda e una periferia che ubbidisce
Globalizzazione della povertà
Interconnessione globale e attivismo

Urbanizzazione considerata come parte più importante della globalizzazione
Le città si ramificano una verso l'altra attraverso i filamenti urbani, che collegano la città ad una serie di centri più piccoli
La metropolitana può essere interpretata come una vera e propria riproduzione sotterranea della città: libera circolazione di informazioni, idee e beni
Nelle realtà globalizzate ci si ritrova spesso soli, anche se non si è fisicamente isolati

Surmodernità: condizione di "eccesso" del mondo globalizzato. Eccesso di notizie, di luoghi, di spazi
L'uomo si ritrova a muoversi in spazi anonimi e privi di storia e di identità, identici dovunque ci si trovi: aeroporti, supermercati, stazioni del treno, autostrade, strutture per il tempo libero, ecc
Luogo vs spazio: luogo inteso come spazio antropologico che quindi possiede un'identità, dei riferimenti, spazio invece implica un "posto vuoto", uno spazio che è solo geometrico, astratto, di passaggio
I non-luoghi sono caratterizzati da solitudine che porta con se uno svuotamento di coscienza